CRISI CLIMATICA E GUERRE, QUALE STRADA PRENDEREMO ?

Volete la pace o i condizionatori, esclamava il Migliore a una platea in sollucchero. Ma la pace non può essere un’alternativa a un benessere economico sempre più a rischio. La pace è un modo di intendere i rapporti umani, una cultura, un filosofia di vita, totalmente alternativa al neoliberismo consumista che accomuna centro sinistra e vera destra, i cui contrasti sono di mera facciata. Ed è messa a repentaglio da una guerra che doveva essere lampo e che invece è ormai permanente e sempre più pericolosa per le derive che può prendere. Così come permanente è lo stato di emergenza, la parola più evocata da tre anni a questa parte, dalla politica, sui social, nelle televisioni, sui giornali, tra la gente comune. Prima l’emergenza pandemica, oggi l’emergenza bellica unita a quella energetica, passando per la siccità, gravi incognite che incombono drammaticamente sull’immediato futuro degli italiani. A tutti gli effetti uno stato in emergenza permanente, un nuova zona rossa anche interiore. Troppo scomodo per le conclamate responsabilità della classe politica che ambisce a governare di nuovo il paese, nonostante lo abbia già fatto per anni.

Il video

 

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